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08 Ott 2025
News Terrin

Recupero ICI 2006-2011: approvato il DPCM attuativo, scadenze e criticità operative

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Con l’approvazione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, prende avvio la fase operativa del recupero dell’ICI relativa agli anni d’imposta 2006-2011, esentata agli enti non commerciali ma ritenuta dalla Commissione europea un aiuto di Stato incompatibile con il mercato interno.

Il contesto europeo e la vicenda giurisprudenziale

L’esenzione dall’ICI per gli immobili utilizzati da enti non commerciali per finalità assistenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, sportive e di culto – prevista dall’art. 7, comma 1, lett. i), del D.Lgs. n. 504/1992 – è stata oggetto di indagine da parte della Commissione UE sin dal 2010.
Con decisione n. 2013/284/UE, la Commissione ha qualificato tale agevolazione come aiuto di Stato incompatibile, seppure inizialmente ritenendo impossibile il recupero. La vicenda si è poi ulteriormente sviluppata con la sentenza della Corte di Giustizia UE del 6 novembre 2018 (cause riunite C-622/16 P e altre), che ha imposto all’Italia di procedere al recupero degli importi non versati.
A seguito di ulteriori interventi della Commissione (decisione del 3 marzo 2023), il legislatore italiano ha adottato l’art. 16-bis del D.L. 131/2024 (cd. “decreto Salva-infrazioni”), che ha previsto l’emanazione di un decreto attuativo per disciplinare modalità e tempi della restituzione.

Il contenuto del DPCM approvato

Il DPCM oggi approvato disciplina:

  • Soggetti obbligati: enti non commerciali che abbiano presentato dichiarazioni IMU/TASI ENC negli anni 2012 o 2013 con un’imposta superiore a 50.000 euro, ovvero siano stati oggetto di accertamenti comunali oltre tale soglia.
  • Adempimento: presentazione telematica, entro il 30 novembre 2025, di una dichiarazione ad hoc, il cui modello sarà approvato dal MEF d’intesa con l’ANCI.
  • Versamento: entro il 30 dicembre 2025, delle somme dovute a titolo di ICI 2006-2011, con applicazione di interessi calcolati secondo le regole europee sugli aiuti di Stato illegittimi.
  • Calcolo: determinazione dell’ICI dovuta applicando retroattivamente le regole IMU del 2013, al fine di riallineare l’esenzione ai principi comunitari.

Gli aspetti controversi

Nonostante il DPCM segni un passaggio fondamentale, permangono profili di incertezza e criticità operative:

  1. Ambito soggettivo limitato
    Il riferimento ai soli enti che abbiano presentato dichiarazioni IMU/TASI nel 2012 o 2013 con importi oltre soglia rischia di escludere coloro che hanno goduto dell’esenzione nel periodo 2006-2011 ma che, successivamente, non erano più possessori degli immobili o non hanno presentato dichiarazioni. Ciò potrebbe tradursi in una disparità di trattamento.
  2. Retroattività del calcolo
    Il ricalcolo dell’ICI 2006-2011 sulla base delle regole IMU del 2013 solleva dubbi di compatibilità con i principi generali dell’ordinamento interno, poiché comporta l’applicazione retroattiva di una disciplina tributaria.
  3. Rapporti con i regimi “de minimis” e SIEG
    Gli enti dovranno verificare l’eventuale utilizzo, nel periodo di riferimento, di plafond “de minimis” o la sussistenza di rapporti di convenzionamento con la Pubblica Amministrazione per qualificarsi come SIEG (servizi di interesse economico generale). Si tratta di valutazioni complesse, che il decreto non disciplina puntualmente.
  4. Gestione operativa da parte dei Comuni
    Il DPCM attribuisce ai Comuni il compito di gestire controlli, riscossione e irrogazione delle sanzioni. Considerata la complessità e l’onerosità degli adempimenti, non è da escludere un contenzioso significativo, anche con possibili approdi in Cassazione o in sede comunitaria.
  5. Sanzioni e possibili dilazioni
    Sono previste sanzioni severe per omessa o infedele dichiarazione. È contemplata la possibilità di rateizzare in quattro quote trimestrali le somme dovute superiori a 100.000 euro.

Conclusioni

Il DPCM sul recupero dell’ICI 2006-2011 rappresenta la conclusione di una vicenda ultradecennale e l’adempimento agli obblighi comunitari, ma lascia aperti numerosi profili critici, sia in punto di legittimità che di concreta applicabilità.

Lo Studio continuerà a monitorare l’evoluzione normativa e fornirà ulteriori aggiornamenti non appena saranno disponibili le istruzioni ministeriali relative al modello dichiarativo.

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