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04 Apr 2025
News Terrin

Transfer Pricing: l’OCSE introduce la Matrice Amount B per i grossisti e venditori

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Il 24 febbraio 2025 l’OCSE ha pubblicato il Consolidated Report sull’Amount B del Primo Pilastro (Pillar One), introducendo uno strumento destinato a semplificare l’applicazione del principio di libera concorrenza per le attività routinarie di distribuzione all’ingrosso, di agenti e commissionari alla vendita. L’obiettivo è chiaro: agevolare l’attuazione delle regole di transfer pricing nei contesti economici a bassa capacità di reddito, dove l’effettuazione di analisi di benchmarking affidabili è resa complessa dalla scarsità di dati di mercato comparabili.

La matrice di prezzo: struttura e finalità

Il metodo proposto dall’OCSE si basa su una matrice di remunerazione (Pricing Matrix) che definisce, in maniera standardizzata, la redditività attesa per le attività di distribuzione “routinaria”, ossia prive di beni immateriali rilevanti o di assunzione di rischi significativi. L’approccio è stato accolto favorevolmente dagli Stati Uniti, mentre ha ricevuto un’accoglienza più cauta da parte di altri Paesi come Australia, Nuova Zelanda e India.

Il metodo non è applicabile nei casi di distribuzione di commodity, servizi digitali, vendita al dettaglio superiore al 20% del fatturato, né laddove vi sia integrazione con attività accessorie non separabili contabilmente (es. servizi post-vendita).

I parametri di classificazione

La matrice è articolata su tre parametri fondamentali:

  1. appartenenza a uno dei tre settori industriali, ognuno con aspettative differenti in termini di complessità operativa e margine con riferimento all’attività di distribuzione;
  2. OAS (Operating Asset Intensity), il quale esprime l’incidenza di asset netti e capitale circolante sul fatturato. Un valore pari o superiore al 15% influenza in modo rilevante la posizione nella matrice;
  3. OES (Operating Expense Intensity), il quale misura il rapporto tra le spese operative e il fatturato, rilevante soprattutto in caso di OAS inferiore alla soglia.

Questi indicatori determinano la redditività di riferimento (Return on Sales) per ciascuna categoria, prevedendo aggiustamenti specifici per le giurisdizioni qualificate a basso reddito.

Implicazioni operative e classificazione dei ruoli

Per l’applicazione del metodo, si utilizzano i bilanci redatti secondo i principi contabili locali del distributore, calcolando la media ponderata dei dati degli ultimi tre esercizi. In caso di attività multiple, è necessario separare i dati contabili per individuare esclusivamente quelli relativi alla distribuzione routinaria. L’analisi dei diversi modelli di business permette di ipotizzare il posizionamento dei soggetti economici all’interno della matrice:

  • agenti e commissionari: categorie D ed E, dato il limitato utilizzo di asset e la marginalità contenuta;
  • compravenditori istantanei: categorie C e D, in virtù della bassa incidenza di magazzino e beni utilizzati;
  • distributori all’ingrosso: categorie A, B e C, con posizionamento legato all’ampiezza del magazzino e al capitale impiegato.

L’introduzione dell’Amount B rappresenta un’importante evoluzione nel panorama internazionale del transfer pricing, offrendo un approccio semplificato e standardizzato, particolarmente utile nei mercati meno strutturati. Tuttavia, la sua efficacia dipenderà dall’adesione concreta degli Stati e dalla sua integrazione con i sistemi tributari nazionali.

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